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Alessandro Manera In difesa è la consueta sicurezza: rimbalzi, stoppate, attività e intimidazione. Però tende ancora a saltare su troppe finte, facendosi in tal modo battere dall'uomo. Si muoveva troppo poco senza palla accontentandosi dei passaggi dal post, per le insistenze dei big 2 ha cominciato finalmente almeno a tagliare sul pick n roll, ciò è bastato x permettergli di segnare il tiro decisivo in finale. Le ultime tre partite le gioca letteralmente su una gamba sola. Esce spesso con il Manipolo e non prende prigionieri. VOTO: Eroico
Enrico Dalla Riva Stagione polemica in cui litiga con tutto e tutti poi entra in missione per il titolo, gioca una grande final four dimostrando di poter essere decisivo anche senza le amate triple. Un senatore che incarna lo spirito Manipolo o un elemento di disturbo con eccessi da primadonna? VOTO: Fattore L.
Attilio Cinquegrani Leader silenzioso. S’impegna come non mai in difesa. Piedi per terra è una sentenza. L'unico neo è che dovrebbe guardare di più i lunghi che reclamano palloni. VOTO: Passivo ma campione
Christian Pisano L'infortunio gli ha chiuso la stagione che doveva confermare le buone cose viste lo scorso anno. Gli antichi difetti erano rimasti e la continuità delle prestazioni (in alcune partite era decisivo, in altre deleterio) era ancora un miraggio, però pareva ben disposto verso i compagni per il bene della squadra. Dopo il fattaccio si fa vedere due volte in palestra e una fuori, nonostante gli inviti dei compagni. Ai margini estremi del Manipolo. VOTO: The end?
Alessandro Gardin Salta pochi allenamenti e non si perde una cena, fa panca e non mugugna. Sicuramente migliorato in tutti gli aspetti del gioco. Ha imparato a usare il fisico e a tagliare verso palla, ha un tirino dai 4 metri un po’ meccanico ma su cui si può lavorare. Ancora troppo lento in difesa e impreciso nei passaggi, deve ascoltare di più consigli e critiche. Il suo anello lo vince quando il Manipolo demolisce la squadra del fratello maggiore. VOTO: meno 10 x la vomitata alla Yellow House.
Matteo Miotto Non si hanno + notizie di lui da mesi. Due braccia interminabili ma poca tecnica, gioca qualche partita, impiegato da 4 ha fatto vedere del potenziale. Cambio totale d'atteggiamento o taglio. VOTO: 2
Fabio Rizzato Inconsolabile, al limite della polemica, per la mancata convocazione alle finali; vittima della scelta tecnica di avere chili e centimetri in panchina. Il suo primo festeggiatissimo canestro lo rende un'altra persona. Più sicuro dei suoi mezzi e deciso, qualche volta tende un pochino a strafare. Sempre presente quando c'è da dare una mano. VOTO: 7 +
Silvio Soldati La sorpresa positiva della stagione. Arrivato con pessime credenziali (amico di Dario) comprende subito lo spirito Manipolo e lo mette in pratica. Nasce tre ma trova spazio da quattro. Quando entra in campo la squadra prende una scarica elettrica. Innamorato troppo della stoppata spesso incorre in problemi di falli che tuttavia non limitano la sua carica, la sua grinta e il suo entusiasmo. 2 pecche: i coretti della pulotta e il rifiuto di birra/vino. VOTO: Manipolo a vita
Andrea Latini Salda con gli interessi il debito verso il Manipolo, praticamente rinuncia a giocare per guidare la squadra all'anello. Fa ruotare 12 uomini anche se è chiaro quali siano i cavalli su cui punta. Nei 10 minuti che gioca a partita fa vedere di avere ancora chilometri di autonomia, forzando (un po’) meno e servendo assist al bacio per i felicissimi compagni. Indimenticabile la moneta che elargisce al messicano per la giocata che vale la stagione. S'impegna in difesa (troppo lento a rientrare!!!) e con esperienza gioca sulle linee di passaggio. Pagato il debito vuole, giustamente, tornare solo a giocare. VOTO: 10 e lode
Enrico Del Ninno Non riesce mai a giocare una stagione intera, quest'anno si fa male proprio quando era al top della forma. L'autonomia in partita è limitata dall'amore per alcool/stizze e dal fatto che non si risparmia, da sempre il 110%. VOTO: 8 e mezzo
Roberto Immucci Ritrova gioco e continuità della prima stagione nel Manipolo. Anche da lui vengono scariche elettriche uscendo dal pino, soprattutto alzando a dismisura la pressione in difesa e con il tiro dai 6 metri che è una sicurezza. Il modo preciso in cui dirige la squadra è macchiato da qualche palla persa dovuta più che altro a cali di concentrazione (ma il fratellone non manca di strigliarlo...). Dovrebbe far correre di più la palla in situazioni di contropiede. Le sue storie sono uno dei motivi per cui continua ad esistere il Manipolo. VOTO: 9
Michele Benedetti Infortunio, terapie, operazione. Torna: tensione, paura, poco fiato, ma alla fine la soddisfazione dell'anello. Un anno a tirare piedi per terra lo ha reso un tiratore affidabile, in difesa era una dinamo inesauribile ora soffre. Ogni partita un piccolo passetto in avanti, non sarà + come prima, ma non è detto che sia un giocatore peggiore. Ha fatto anche l'head coach ad iterim con discreti risultati. VOTO: l'alba dei morti viventi
Mario Immucci La sua forte personalità si scontra spesso con quella, altrettanto forte, del coach. Alla fine però parla il campo e le sue prestazioni sono rimaste a livello di quelle da MVP della scorsa stagione, forse meglio. La bravura del Big Papa Boy è quella di dare sempre alla squadra quello di cui ha bisogno: punti, passaggi, difesa, contropiede. Il fratello ritrovato gli permette anche di giocare nella naturale posizione di guardia dove fa letteralmente sfracelli. VOTO: quest'anno 10
Dario Brusatin Soffre molto il Platoon system dei 12 giocatori con i minuti spalmati, perdendo la continuità di rendimento che lo aveva contraddistinto per anni. Per il resto è il solito Bimbo con pregi e difetti. A nostro parere dovrebbe capire di che cosa ha bisogno la squadra nel momento in cui è in campo, non giocare la sua pallacanestro a prescindere. L'unica cosa che gli interessava era vincere la semifinale e effettivamente gioca una grandissima partita, poi va in ferie, le successive 3 partite le gioca la sua controfigura. VOTO: 110 e lode con bacio accademico x l'apertura del sito
Sergio Pilloni Assunto al suolo pontificio ehm... maleficio, Mr. continuità non fa mancare il suo contributo di sudore, sangue e lacrime (per gli avversari). Difesa, rimbalzi e ama correre in contropiede. Riprova e ritrova il piazzato dai 5 metri. Leader in campo e fuori. A tratti indispensabile è uno dei maggiori artefici della vittoria finale. VOTO: XVI
Andrea Mazzocato Si fa vedere saltuariamente in regular season, quando però il gioco si fa duro dice presente e in ben altra condizione atletica rispetto all'anno passato. Non avesse chiavato prima di ogni partita, sarebbe stato meno stanco nei minuti finali. Domina i quarti e alle final four la sua sola presenza da due dimensioni al perimetrale Manipolo. VOTO: Determinante
Francesco Abatianni A settembre l'unica cosa che, a parte il fisico, lo faceva sembrare un giocatore di basket erano le scarpe. A maggio mette 4 punti e cattura rodmans che peseranno come macigni sulla storica vittoria. C'è ancora da lavorare su molti aspetti, ma il potenziale è tutto li da vedere. VOTO: solo 6/7 per i troppi allenamenti saltati per vedere la juve... ogni volta che stava a casa perdeva!!!
Riccardo Ballotto Un vero dispiacere averlo perso negli ultimi due mesi perché 1) si era integrato perfettamente 2) nella seconda stagione stava confermando le, ottime, impressioni che aveva destato nella prima. A volte ti lascia a bocca aperta, altre volte lo strozzeresti... basterebbe una via di mezzo. Si dice che la qualità della cucina inglese lo abbia fatto finalmente dimagrire. VOTO: distinto
Alessandro Gioffrè La sua presenza minacciava il Manipolo da anni e finalmente... l'antibasket è arrivato!!! Uomo spogliatoio, si è innamorato del Manipolo con un colpo di fulmine. Visto soffrire in tribuna durante le finali come se giocasse l'amata MAGGICA, a Marghera va al limite del vandalismo per scuotere i compagni. Di questo passo, per l'attaccamento ai colori sociali, potrebbe diventare un pilastro insostituibile negli anni a venire. VOTO: Talmente primo tifoso e che il secondo arriva terzo
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