VII

Carissime pecor(ell)ine del mio amato gregge, ebbene il 2009 ci sta abbandonando e un nuovo anno arriva, con sorprese belle (speriamo tante) e sorprese brutte (speriamo poche) che a noi, piccole capocchie di spillo disseminate nell’infinito del cosmo, non ci sono date sapere. Qualche avvisaglia c’è stata, ma se è pur vero che all’uomo è negato poter leggere il futuro, è altrettanto vero che all’uomo è data comunque la possibilità di indirizzare il proprio domani verso una via più vantaggiosa per lui grazie al pensiero e all’azione. Ed è proprio per questo motivo che ho pensato di inviare una tra le più alte cariche del mio gregge a tessere trame diplomatiche con esponenti politici di primissimo piano. Ho dunque incaricato l’amata Suor Saracca di partire in missione dalle parti di Roma, in vista di un summit politico internazionale che si sta tenendo in questi giorni presso il noto staterello anticonformista per interloquire con il loro premier tedesco, il cui discorso a reti unificate è previsto proprio in queste ore, nella notte del 25. Le ho dunque fatto indossare una mantella rosso Manipolo in omaggio ai colori dello stato ospitante e l’ho pregata di portare come umile dono una riproduzione in miniatura del Duomo di Treviso, pregevolissima opera fabbrile in piombo fuso con inserti di granito e cemento armato, curiosamente chiamata “strike” dal rinomato artista milanese Barabba Pilato. L’intervento di Suor Saracca dovrebbe celebrarsi proprio in queste ore e avverrà all’inizio del summit, all’interno del Palazzo Governativo, quando è previsto l’ingresso del premier con il suo entourage, tra due ali di folla. Resto in trepidante attesa ma sono molto fiducioso che tutto possa andare per il meglio, grazie alle innate doti diplomatiche di Suor Saracca.

Inoltre, passando alle questioni interne, ho provveduto ad ampliare il mio gregge, per il bene della comunità: premetto che mi ha dato molto fastidio aver constatato una deprecabile fuga di notizie, in questi ultimi giorni, che ha causato gravi danni di immagine al mio gregge episcopale, dato in pasto alla stampa locale con notizie e titoloni distorcendo la verità con il solo scopo commerciale di aumentare la tiratura. Ho avviato un’inchiesta interna  per appurare se, oltre una bruttiforme scimmietta pelosa e oltremodo abbronzata, tengo in casa anche una talpa. Comunque, nonostante tutto, ho l’onore, miei amati discepoli, di comunicarvi l’avvento di una nuova eminenza che, contrariamente a quanto si è purtroppo letto sui giornali, va ad affiancare, e non a sostituire, il mio prode Vescovo Mazzoccato: è con immensa gioia che vi comunico l’arrivo nell’enclave maledettina del Vescovo Gardin, già monsignore esimio della diocesi di Murano, arciprete del convento tarocco di Vetriolo, frate episcopale massimo della confraternita di Monte Cristallo. Ho a dire il vero ponderato molto in questi giorni se affidare cotal gravoso compito a un’anima  giovane e già provata dalla prematura scomparsa di entrambi i genitori nonché di un fratello e di due cani di dubbia razza e moralità ma, ebbene fratelli, seguendo senza indugio alcuno il mio proverbiale intuito e la Vera Fede, ho desciso che così dovesse essere. Senza contare le pregevoli sacre libagioni a base di carne che con fare oltremodo sequenziale il reverendo adepto mette a disposizione delle alte prelature: evidentemente ha un ottimo fornitore di materia prima.

Ma, scusate se il mio pensiero vaga da sponda a sponda, senza meta alcuna: sarà il mio inquieto stato d’animo dovuto alle ansie accumulate, al costretto fervore penitente che ha imposto al sottoscritto di santificare ogni giorno alla preghiera rinchiudendomi in quest’eremo di fredde pietre della Torre Suina di Castel Gaglioffo, circondato solo dalla notte rischiarata dal turbinio luminoso delle stelle e dalla natura imbiancata dalla copiosa neve caduta in questi giorni… sarà questo e forse il lugubre e folle vociare animale che mi circonda a causa dello zoo che vivifica la torre, ossequioso regalo di Cesare Togni III, ma devo ammettere che tutto ciò giova di molto alla mia meditazione. E mentre rimango così felicemente affaccendato, sporgendomi con lo sguardo oltre la spessa vetrata che separa da me siffatte fiere circensi, quasi mi pare certo che una di esse, un  buffo incrocio tra uno scimpanzé umanoide e un posacenere, tenti di attirare la mia attenzione con goffi movimenti del corpo… quasi a cercare di convincermi a farlo entrare…

 

Così è scritto.

Vostro M.XVI

 


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a cura dei Senatori

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