|
||
X Esimio popolo della Vera Fede, carissime Manipole e carissimi Manipoli, il succedersi di importantissimi eventi nella storia del popolo italiano di questi ultimi periodi mi impone di tornare innanzi alla macchina da scrivere per questo nuovo capitolo del mio Confessionale. Non starò certo qui a elencare i noti avvenimenti che attirano la nostra attenzione come fu per Ulisse con il canto delle sirene ma una riflessione si impone soprattutto per me che ho il gravoso onere di custodire e proteggere la componente spirituale delle mie pecorelline: gli astri sono in movimento e il succedersi dei cicli prosegue inesorabile come calcolato con precisione matematica da quegli eccelsi astronomi che furono i Maya. Un’altra epoca sta per avviluppare l’essere umano: l’epoca della Conoscenza, ovvero il faro verso cui puntò il vascello dei filosofi in ogni epoca, già da quasi 2500 anni, pensate un po’! E’ noto infatti che dal prossimo anno l’asse terrestre punterà verso la costellazione dell’acquario, definita per l’appunto “della conoscenza”, abbandonando dopo 2160 anni quella dei pesci (definito “della fede”) e per chi ha orecchie per intendere non è cosa da poco… E già appaiono, tangibili, i primi segni di questo cambiamento: un nuovo tempio, una nuova e giovine schiera di soldati della Vera Fede, il ritorno del figliuol prodigo… no, non fraintendetemi, non sto parlando di un nuovo capitolo del Romanzo Fantasy più venduto al mondo ma della vita reale ovvero l’unico e inimitabile Manipolo! All’inizio della stagione, ben mi ricordo, ebbi un lungo e “articolato” colloquio con il mio amato Camerlengo, il quale tenendomi aggiornato sulle questioni Manipole manifestava preoccupazione per la drammatica emorragia di presenze già al primo mese di allenamenti, oltre a una sconclusionata forma fisica e a una totale apatia manifestatesi in occasione dell’unica amichevole pre-season; come se non bastasse il loquace e lodevolissimo Coach Renato preannunciava seri problemi a presenziare con continuità a causa di improrogabili impegni lavorativi, mettendo così in secondo piano anche l’apertura col botto della nuova stagione che il Presidente, magnifico nel tessere trame biancorosse, aveva saputo regalare alla baldanzosa compagine Manipola, traghettandola dallo scivoloso e innominabile palazzetto di viale Europa nella Nuova Eccelsa Casa del C.O.N.I., immobile storico e di pregio, in zona centralissima, vicina a innumerevoli servizi, dotata di ampio parcheggio all’ingresso e pavimenti in legno. Concordammo pertanto sul fatto che occorresse innanzitutto aumentare drasticamente il novero giornaliero di preghiere e invocazioni propiziatorie nell’attesa di un segnale di cambiamento… Beh, direi senza dubbio che si è agito bene! Quasi dal nulla sono cominciati a comparire pellegrini erranti da ogni dove, giovani speranze Manipole ricche di talento, diamanti grezzi su cui poter lavorare, fisicamente e spiritualmente… come se non bastasse si è poi scomodata una figura leggendaria del basket trevigiano, veneto e nazionale, uomo di altissimo lignaggio, di elevata saggezza cestistica nonché di conclamata Vera Fede, anche se momentaneamente prestato alla setta scissionista dei Tamarri Reyerini Scalzi che i più ricorderanno per le note vicende riguardanti l’amata Suor Pamela e descritte nei miei Confessionali passati… (CLICCA QUI) un Uomo, dicevo, che non può che essere un Manipolo nell’animo se è riuscito a ritagliare un piccolo (ma enorme) spazio del suo preziosissimo tempo per venire a dare una mano a un affannato Manipolo: è già solo per questo, e quindi a prescindere dal resto, che io a nome di tutte le mie pecorelline ringrazio di cuore per il suo incredibile aiuto il veneziano Patriarca Francesco Giudecca de’ Maledetti. E la stagione ha svoltato, sorridendo nuovamente al prode Manipolo: fresca fresca mi è giunta notizia di una roboante vittoria nella indelicata trasferta di Castello di Godego, dove la compagine biancorossa con tre senatori e cinque giovani speranze urbane Manipole (di cui tre all’esordio assoluto o quasi!) hanno conquistato il Castello dando quasi 40 punti di scarto agli improvvidi sfidanti. All’oggi il Manipolo veleggia nelle zone alte della classifica, e questo grazie a un incredibile amalgama tra vecchi e nuovi, dove la bravura dei vecchi è stata quella di accogliere i nuovi con la simpatia, l’affetto e l’esperienza che solo il Manipolo può offrire e dove la bravura dei nuovi è stata quella di sapersi inserire in pochissimo tempo nei rodati ingranaggi Manipoli e di applicarsi in allenamento e in partita con una intensità e un impegno che fungono da esempio anche per i vecchi. A tale proposito cito l’esempio del giovane (si fa per dire) seminarista Matteo, ispida e travagliata pecorellina che aveva sbagliato gregge, ma che una volta ritrovato il giusto sentiero seppur in colpevole ritardo (che costerà ai suoi poveri e incolpevoli genitori un patrimonio in crema pasticcera) ha saputo prendere letteralmente per mano il quintetto nel difficilissimo ruolo di play e ha contribuito in maniera determinante alle ultime vittorie della squadra, come se del Manipolo avesse sempre fatto parte. E come non sgozzare un pre…un capretto, volevo dire, per il ritorno di uno dei miei figluoli prediletti, il “piccolo Ken” Andrea, che al suo esordio dopo un anno di naja inattiva segna 18 punti al nandrolone?! Sempre in tema di giovani voglio sottolineare altresì gli incredibili progressi dei tre imberbi Manipoli Carletto, Francesco e Marco cresciuti a dismisura rispetto all’anno scorso e ormai quasi pronti per ricevere il testimone dalla prima stagionata generazione. Ma ecco le note dolenti, i “contro” che seguono sempre a ruota i “pro”: l’altalenante presenza dei vecchi, senatori e non… Al di là degli infortuni e degli impegni lavorativi è comunque un grande tuffo al cu…ore non poter vedere più spesso i vecchi amici e compagni di parquet…ah, quanto dispiacere non poter essere allietati dalle sapienti litanie doccesche del Cardinal Mestieranza, dalle evoluzioni estreme di Cardinal Joffresa, dagli epiteti iracondi di Capitan Latini, dagli occhi dolci e maliziosi del Monaco Barbagiangelo, dalle sporadiche pettinature del Diacono Osso e dagli impercettibili spostamenti laterali del buffo e antropomorfo chierichetto Muzumbu… In ogni caso è presto sia per i voli pindarici sia per i lamenti… la stagione è appena iniziata e tutto può ancora accadere. Staremo a vedere, l’unica cosa da fare per ora è continuare a ….pregare… Ah, che sciocco! Dimenticavo una cosa importantissima: dopo lungo e puntiglioso periodo di osservazione, col benestare all’unanimità del conclave maledettino, è con mia somma gioia che promuovo per meriti acquisiti sul campo il giovane Francesco da seminarista a Padre Scoop. Così è scritto. Vostro M.XVI
|
||
www.manipolo.it |